Intendiamoci, sono anni che non spero più di schiattare per motivi casuali, così da levarmi di mezzo e permettere alla gente di vivere senza di me... Ma negli ultimi giorni, mi sono sinceramente chiesto a che cavolo servo.
Partiamo da lontano, và. Non sono mai stato un mostro a letto. Soprattutto perché non venivo neppure cagato di striscio dalla fauna femminile. Io il letto con le evoluzioni, l'ho visto con anni di ritardo. Ma quando l'ho visto, ed usato, mi è piaciuto non poco. Finalmente ero un uomo anche io.
Sì.
C'ho creduto.
Poi tra me e la mia Lei, son cominciati i problemi. E i deliri. E la mia depressione ha fatto il resto.
Da un momento all'altro ho sentito tutta una gamma di sensazioni che mi hanno divelto dall'interno, portandomi ad essere una stupida ombra di quello che avrei dovuto essere.
Mi sono ritrovato con una donna per le mani ed un corpo che non rispondeva agli stimoli. Prima suoi, poi perfino miei.
Momento per metabolizzare.
Esatto.
Quel momento in cui ti ritrovi alla fine dell'atto solitario con una cosa che non puoi definire organo sessuale che lacrima senza nemmeno averti dato la soddisfazione di salire su.
Una di quelle cose che l'ego non te lo distrugge mica...lo brucia e lo prende per il culo mentre è ancora lì che si contorce.
Il colpo successivo è la consapevolezza che la mia Lei, non vede questo problema come mio. Ma come suo. Per Lei è il suo corpo ad essere sbagliato.
Bene. Con un solo problema, devastiamo la vita a due persone, minimo sforzo massimo risultato. E arriva la sensazione di abbandono, di allontanamento, del "ma che cacchio ci fai ancora con me", la rabbia, la frustrazione e le sensazioni deviate di come ci stiamo comportando l'uno con l'altra.
Arrivano i litigi. Arriva altra rabbia. Arriva il dottore, arriva la chimica, che per lo meno non ti fa stare troppo male, se non ci pensi (e tanto ci pensi lo stesso). Arriva la sensazione di forzato, di programmato, di "non naturale, non spontaneo". Di non essere quell'uomo che pensavi di essere diventato.
Arriva un'operazione, non la sua, la mia, per un problema fisico che c'era per davvero. Effettivamente non aiutava affatto strangolare l'organo durante le varie operazioni.
Arriva il terrore, arriva un po' di speranza. Arrivano i mesi di distanza anche se se si è a fianco e arriva la settimana scorsa.
Al litigio che ho fatto nascere perchè io non mi sentivo a posto e volevo avere di nuovo il corpo di lei, fiaccata nello spirito dall'astinenza per paura di soffrire e piangere e stare male.
Litigio, rabbia, frustrazione, decisione di riavvicinarsi, paura, esagerazione.
E tutto questo porta ad un lieto fine?
No. Porta a me che mi sento molto meno di un uomo e a Lei che piange perchè pensa di non essere abbastanza attraente. Porta a provarci e stare male. Porta a vedere il tuo stesso corpo che si fa i cazzi suoi, mentre tu vorresti farti i vostri in Santa Pace, senza il terrore di vederla girarsi e piangere. Porta a vederti che cerchi (di nuovo) soluzioni, che decidi di cambiare dieta, abitudini, modi, pianeta, pur di ritornare a quel periodo che rivorresti con tanto ardore, e che ti fa ciao da un angolo del tempo passato.
Porta a farsi del male. Perchè lei sta male. Certo, non ha la più pallida idea di cosa voglia dire avere davanti qualcuno che desideri soddisfare e trovarsi in una macchina rotta che non parte. Ma sa che vuol dire avere paura dell'incidente. Sa benissimo che vuol dire il terrore del "anche stavolta non ce la fa".
Non siamo lucidi. Nessuno dei due. Almeno credo. Pensiamo al risultato. Il risultato non arriva, ci martelliamo i coglioni. Violentemente. Tenere sgombra la mente è sempre stato difficile, per me, ora è utopico. C'è sempre quel fottuto "e se va male?" che non se ne va. E poi va tutto male. Mi sento persino respirare sbagliato, dolori dove non dovrebbero esserci, sento il corpo che si ribella, come se non sapessi più vivere. Come se dovessi sbagliare sempre posizione, farle male da qualche parte, toccarla dove non devo, o quando non devo, o nel modo sbagliato, o... La paura di sbagliare fa sbagliare più degli errori stessi che vuole evitare.
Ciò non toglie che non mi sento affatto un essere vivente.
Che non voglia vedere più scene da manicomio perchè ho un corpo che mi odia.
Che voglio disperatamente riconquistare la serenità, ed il letto.
Che mi fa schifo esistere, oggi.
Ciò non toglie affatto che ci riproveremo. Anche se siamo convinti sempre che "finirà male", perchè quando andrà bene non ce lo aspetteremo e ci sentiremo finalmente liberi.